Le considerazioni del presidente Uea, Filippo Gariglio, sulla situazione generale del sistema assicurativo in vista dell'incontro "Prepariamoci insieme al confronto con l'Ania" del prossimo 25 luglio a Bologna
Il Forum organizzato da Anapa il mese scorso ha avuto il merito di aver messo intorno allo stesso tavolo i presidenti dei gruppi agenti e delle sigle sindacali di settore chiamando tutti ad un cambio di passo. Un approccio che io stesso, e l'Associazione che rappresento, abbiamo più volte invocato nell'ottica di una generale presa di coscienza del fatto che la situazione economica e politica, nazionale e internazionale, impone a tutti i protagonisti della vita sociale un profondo cambiamento.
In ambito assicurativo è quanto mai essenziale trovare al più presto e valorizzare quel minimo comun denominatore tra le diverse rappresentanze degli agenti, e tra queste e l'Ania, per attuare le riforme indispensabili ad adeguare il sistema ai cambiamenti in atto e rispondere ai nuovi bisogni. Non possiamo più aspettare passivamente che sia il legislatore italiano od europeo a dettarci le regole, dobbiamo invece essere noi a confrontarci in modo nuovo, aperto e costruttivo, per tracciare un percorso comune che ci porti a discutere con le istituzioni, l'Ania in primis, in modo differenziato, ma unitario.
La proposta di ripartire da un "foglio bianco" è suggestiva e stimolante proprio per il suo suggerire da un lato le difficoltà insite nel dar vita ad un nuovo inizio e dall'altro il carico di potenzialità e speranze proprio di ogni rinascita.
Nel corso del precedente incontro sono stati toccati diversi temi, dalle collaborazioni alla concorrenza, dai recenti richiami dell'Antitrust all'incognita relativa alla prossima normativa IMD2, ma si è parlato anche di Rc auto, previdenza e welfare. Ci siamo confrontati sui problemi reali del sistema assicurativo e del sistema Paese, su questioni che noi di Uea abbiamo più volte approfondito nei nostri convegni attraverso l'approccio scientifico e terzo che ci contraddistingue. Questioni che ci siamo impegnati ad affrontare senza infingimenti e scevri da condizionamenti e che per questo hanno spesso portato a "svelare" false vulgate. Come quella che dipinge la concorrenza come panacea di ogni male e la fidelizzazione dei clienti come un disvalore, ebbene la nostra esperienza di confronto con gli altri paesi europei ci porta a dire che non necessariamente un alto turn over porta ad una diminuzione delle tariffe e vantaggi per il consumatore. Ugualmente per quanto concerne le tariffe Rc auto e l'improprio confronto con i premi pagati ad esempio dagli automobilisti francesi: in diverse occasioni abbiamo avuto modo di chiarire come da un lato le tariffe italiane risentano di un abnorme peso di oneri e tributi - mentre i costi di distribuzione e gestione sono spesso inferiori rispetto alle realtà estere - e come sul prezzo finale incidano una serie di altri fattori, uno su tutti il costo e il numero dei sinistri. Ed è su questo che dobbiamo incidere se vogliamo che le tariffe diminuiscano e che gli assicurati possano riorientare le risorse risparmiate verso altri ambiti di protezione, come quello previdenziale o quello dei rischi catastrofali.
Su quest'ultimo punto si stanno nuovamente accendendo i riflettori della politica perché il terremoto in Emilia ha, secondo accreditate stime, inciso per l'1,8% del Pil deprimendo una situazione già fiaccata dalla crisi ed andando ad incidere negativamente sullo spread dei titoli di Stato che applicato all'astronomico debito nazionale di oltre 2000 miliardi di euro (il secondo più alto al mondo) ha avuto un negativo effetto moltiplicatore sull'evento catastrofale.
Rischi sistemici finanziari, causati da eventi imprevedibili, che il paese non può più permettersi in un mondo globalizzato che, giusto o sbagliato che sia, viene giudicato dai mercati con gravi ripercussioni sull'economia reale e pertanto sulla qualità della vita dei cittadini. Urge dotarsi di appropriate soluzioni assicurative che meglio avrebbero permesso di assorbire finanziariamente questa, come altre, catastrofi.
Come sempre, Uea non entra nel merito delle questioni sindacali, ma rinnova la disponibilità a fornire il suo know how - frutto anche di molteplici esperienze in ambito internazionale - per promuovere l'evoluzione di una nuova stagione ispirata al dialogo, e finalizzata ad un cambiamento consapevole e non subìto, del sistema in cui operiamo.
Con questo spirito partecipiamo al prossimo incontro del 25 luglio in cui già sappiamo che lo Sna non sarà presente per le motivazioni che sono state rese pubbliche in questi giorni e che rispettiamo. Per coerenza confermiamo il nostro sostegno all'iniziativa in quanto il momento delle decisioni sui destini dell'intermediazione agenziale ci impone di essere presenti. Con l'onestà intellettuale che da sempre ci viene riconosciuta, il nostro apporto, unicamente culturale e scientifico, sarà messo a disposizione dello Sna e di altre rappresentanze di agenti, nelle modalità che si riterranno più consone.
Il Presidente Uea
Filippo Gariglio