Uea sullo scandalo banche | 2 Agenti presenti VS bancari danzanti

Nella notte dei tempi, il sistema bancario ed assicurativo, hanno impostato la loro struttura/presenza sul territorio in due modi molto diversi:

  • il primo tramite, essenzialmente, del personale dipendente

  • il secondo conferendo un mandato a dei lavoratori autonomi iscritti ad un apposito Albo.

Questo secondo sistema si è dimostrato di maggior garanzia per i clienti, in quanto più impermeabile alle richieste della casa madre di vendere prodotti non idonei alle esigenze dei clienti, infatti gli agenti di assicurazione sono noti per essere molto individualisti e scarsamente manovrabili.

 

Cito a titolo d'esempio le polizze Vita Index che erano state vendute massiciamente dal mondo bancario come strumenti che garantivano un risultato certo alla scadenza con in più la possibilità di avere un ulteriore capitale aggiuntivo nel caso di una buona performance di certi indici. Ad un certo punto alcuni zerocoupon sottostanti a queste polizze erano diventati carta straccia ed era emerso che alcune compagnie avevano previsto nelle loro polizze, senza darne particolare evidenza ai clienti, che non si sarebbero fatti garanti dei capitali versati (a differenza delle Gestioni Separate Vita) scaricando il rischio sul sottoscrittore, come a suo tempo denunciato da Uea con la campagna "Il risparmio tradito". Queste polizze erano state vendute quasi totalmente dal settore bancario, mentre proprio gli Agenti, tramite le loro rappresentanze, erano intervenuti in pressing sulle Autorità e sull'Ania affinché obbligassero le Compagnie a garantire le prestazioni assicurate ai consumatori nei casi in cui i titoli sottostanti avessero perso il loro valore. Inoltre, veniva ribadito agli impiegati bancari l'obbligo di chiarire ai loro clienti che la compagnia assicurativa, contrattualmente, non si faceva garante delle prestazioni di quelle particolari polizze.

Ancora, prima dello scoppio della "bolla speculativa" della new economy le banche avevano invitato i clienti a investire in azioni perché, nel lungo periodo (definizione che inizialmente significava un periodo di 3 o 5 anni, ma che poi si è sempre più allungata nel tempo a fronte di risultati estremamente negativi), avrebbero garantito rendimenti migliori. Quanti risparmi traditi e dissolti!

 

E infine, veniamo ai recenti problemi delle quattro banche "sotto accusa" le quali sono andate ad appioppare obbligazioni subordinate ai risparmiatori retail, perché ovviamente, se si fossero rivolte ad investitori istituzionali, gli interessi da pagare per collocare le suddette obbligazioni sarebbero stati enormemente più alti dal momento che gli investitori istituzionali sanno bene che il grado di rischio va adeguatamente remunerato. Tutto questo non avviene invece col pensionato che è stato convinto, anche alterando il profilo di rischio sui documenti obbligatori, a spostare i suoi trentamila euro dai Btp decennali a questi strumenti a lui totalmente sconosciuti, ma vendutigli come ugualmente sicuri. Storicamente queste nefandezze nel mondo bancario sono sempre avvenute, vedasi Cirio bond, My Way e 4You, Bond Argentini, Parmalat...

Venendo poi al debutto del bail-in, ricordo male oppure il Governatore della Banca d'Italia aveva invitato le banche a dare precise e dettagliate informazioni ai clienti sull'introduzione di questa norma, ovvero di questo nuovo rischio appioppato ai soliti risparmiatori? Qualcuno ha ricevuto dalla propria banca precise e dettagliate informazioni in forma intellegibile? Queste banche, che hanno dimostrato evidenti carenze nell'esercizio del loro core business, vogliono proporsi come nuovi, capaci ed affidabili intermediari assicurativi, ma con quale competenza nell'individuazione e nell'analisi dei rischi di persone, famiglie e imprese vogliono fare il nostro mestiere?

 

Per tornare alla distinzione iniziale: gli agenti passano la loro vita, di norma, sulla stessa piazza, mentre gli impiegati di banca vengono continuamente spostati da una filiale all'altra, meccanismo che azzera ogni volta la conoscenza dei bisogni dei clienti. Nel primo caso si costruisce dunque un rapporto di lungo periodo, con un consulente facilmente reperibile che accumula nel tempo sempre maggior conoscenza dell'assicurato e delle sue esigenze e si fa garante del patto stipulato fra la compagnia e l'assicurato. Nel secondo i consumatori assistono passivamente ad un valzer di facce e poltrone spesso più propense ad eseguire le direttive che piovono dall'alto che a soffermarsi sulle specifiche esigenze dei clienti.

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