La replica del Direttore di Attualità Uea, Francesco Barbieri, all'intervista ad un portavoce dei “sedicenti comparatori”, realizzata dal portale Golem e rilanciata da Intermedia Channel
A tentare di risollevare le quotazioni dei "sedicenti comparatori" al borsino della legalità ci pensa ancora una volta un noto avvocato.
Quindi, non i sedicenti comparatori stessi, non una loro sedicente rappresentanza categoriale, bensì, per puro amore del diritto, un cultore della materia che, in quanto tale, vorrebbe accreditarsi di terzietà super partes.Oramai l'elenco dei "sedicenti" si allunga sempre più.
Bene, andiamo al corpo centrale delle argomentazioni del nostro cultore della materia.
Egli sostiene espressamente che i comparatori sono iscritti al Rui alla sezione B, pertanto sono in regola sul piano formale. Parimenti, affermando che, mica si può pensare però che i comparatori stessi possano rispettare le regole specificatamente previste per tale figura dal Codice delle assicurazioni, dai Regolamenti Ivass e pure dalle norme Antitrust.
Questa esenzione, sempre secondo la visione di terzietà super partes del cultore suddetto, si baserebbe su un presupposto fondamentale del suo modo di interpretare il diritto positivo, quale: "i comparatori sono diversi".
In tal senso, la lista dei sedicenti si allunga ulteriormente con i "sedicenti diversi".
Quindi, la sintesi che si ricava da tale dissertazione giuridica è la seguente: i comparatori sono in regola in quanto iscritti alla sezione B, ma non ne possono rispettare le regole.
Complimenti, davvero complimenti, perché un capolavoro di doppiopesismo giuridico del genere non mi era ancora capitato di ammirarlo. Ma soprattutto grazie per questo illuminato contributo al dibattito sulla promozione della civiltà giuridica e della cultura della legalità.
Difatti, da oggi nasce un nuovo principio del diritto moderno, la legalità a corrente alternata od a convenienza accertata, in pratica, quello al quale si ispirano i "sedicenti comparatori" e che verrà propugnato dai sostenitori del pensiero debole del comparatorismo.
No grazie, noi di Uea siamo fortemente legati al principio assolutodi legalità.
Il rispetto delle leggi e delle norme secondarie è un presupposto indiscutibile ed un valore inalienabile, almeno in un paese civile ed evoluto.
Se i "sedicenti comparatori " ed i loro cicisbei pensano il contrario, si accomodino pure, tanto la giustizia farà il suo corso, se del caso sollecitata anche dalle domande di UEA.
Inoltre, credo che il loro corso lo faranno anche il mercato, i consumatori e la cultura assicurativa, che emetteranno il loro verdetto, ancorché con tempi dilatati.
Così come, del resto, avviene da vent'anni a questa parte per le varie e conclamate disfatte subite da canali alternativi/integrativi, reti di promotori, bancassurance filiazioni di compagnie domestiche ed infine telefoniche e dirette.
In ultimo, mi pare che qualcuno non abbia ben compreso chi sia, cosa faccia, come operi e da quanto tempo presti la sua attività di promotore della cultura assicurativa e d'impresa l'Unione Europea Assicuratori.
Solo un dato credo sia utile segnalare ancora una volta su questo tema.
Uea è stata fondata 41 anni fa sulla scorta di due atti che ne innervano la vita associativa e le attività esercitate e che si chiamano, Codice Morale e Carta dei Diritti dell'Assicurato.
Ed ancora, più di recente, UEA ha contribuito a fondare Assoetica.
Ben comprendo che per il pensiero debole del comparatorismo questi fattori, probabilmente, sono considerati orpelli, ma per noi sono gioielli.
Forse anche gli assicurati la pensano come noi, visti gli ultimi dati sulla distribuzione assicurativa, nonostante la gran mole di investimenti promo pubblicitari e di ogni genere, effettuati da società di disintermediazione e compagnie telefoniche e dirette.
Meno male che i bilanci sono pubblici! Del resto, se azionisti ed amministratori amano far perdere valore alle loro imprese, contenti loro...!
Mi piace chiudere ribadendo un concetto, anzi, un assunto che potrebbe apparire, come tale, scontato, ma che da quel che sta malauguratamente avvenendo forse non lo è.
Nel mercato assicurativo, soprattutto per la sua peculiare mission sociale, gli intermediari devono poter competere ad armi pari e sulla base di regole pari per tutti.
Attenzione, però, magari non ce ne siamo ancora accorti, ma stanno producendo in laboratorio una nuova specie di OGM: "i sedicenti diversamente intermediari".
Francesco Barbieri
Direttore Attualità Uea