A seguito di questa prima presa d'atto dell'Ivass relativa alla necessità di fare chiarezza sull'operato ed il comportamento dei siti comparativi, si mobilita lo stato maggiore di Uea per rinfocolare la battaglia contro la disintermediazione del servizio assicurativo e per ribadire che la denuncia dell'Associazione si leva in nome della tutela dei consumatori, del mercato, della legalità e del valore sociale dell'intermediazione professionale
Negli ultimi dieci giorni, due notizie hanno rischiarato un panorama che da tempo Uea denunciava come pericolosamente avvolto da nubi: il 6 dicembre la Fca, il Regulator britannico, annunciava l'apertura di un'indagine sulle modalità di comunicazione e sulle tecniche di vendita dei comparatori on line precisando la necessità di verificare "come certe offerte siano promosse a discapito di altre e se l'intenzione dei siti web di fornire il prezzo migliore sia realmente quella di far ottenere al consumatore l'offerta migliore in base ai propri bisogni". Pochi giorni fa l'Ivass, ha palesato un'analoga intenzione esprimendo la sua volontà di far luce su cinque aspetti: trasparenza delle informazioni rese al pubblico; ambito e criteri di comparazione delle polizze; conflitti d'interesse derivanti dagli accordi di partnership con le imprese di assicurazione; quota di mercato coperta con le comparazioni e trasparenza della informazione resa su tale aspetto; modalità di remunerazione.
Segnali importanti che Uea attendeva da tempo nell'interesse dei consumatori, del mercato e della corretta concorrenza tra canali distributivi. Una presa di coscienza da parte delle Autorità, soprattutto del nostro Regolatore domestico, che l'Associazione ha iniziato ad invocare mesi fa attraverso l'organizzazione di convegni dedicati, articoli e interventi di diversi suoi esponenti ed operatori del settore, arrivando ad accumulare un'ampia documentazione (disponibile sul sito www.uea.it) che finalmente ha creato quella breccia che ci auguriamo sia destinata a far crollare il muro.
Filippo Gariglio, presidente di Uea. "Prima di tutto occorre sottolineare l'importanza di questo gesto dell'Autorità di Vigilanza che, insieme ad altri, segna la distanza rispetto al recente passato e ci fa ben sperare per il futuro del nostro settore. Poi vorrei ricordare che Uea non intende demonizzare i comparatori od il web, ma invocare una competizione leale, con regole certe e dichiarate, tra i vari canali distributivi. Quella di Uea non vuole essere una difesa corporativa dell'intermediazione professionale, ma la riaffermazione del valore umano e sociale della relazione e della prossimità rispetto agli assicurati, una vicinanza fisica che diventa cruciale per l'interpretazione delle loro esigenze, sia in fase assuntiva sia di assistenza in caso di sinistro. Questo per noi è il senso profondo del rapporto tra intermediario ed assicurato e per questo senso siamo fortemente contrari a quanti hanno interesse a far passare la fidelizzazione come un disvalore ed il
contratto assicurativo come un prodotto finanziario o una commodity disconoscendone il fondamentale portato etico. A nome di Uea, voglio ringraziare tutti coloro che, associazioni e singoli, hanno pubblicamente appoggiato la nostra battaglia".
Roberto Conforti, vicepresidente di Uea. "Uea ha avuto, prima di tutti, il merito di porre l'attenzione sul fatto che le polizze Rc auto vendute in Italia da circa 64 compagnie di assicurazioni, hanno la precisa caratteristica di essere tutte diverse tra di loro nei contenuti, vale a dire nelle garanzie poste a difesa del patrimonio dell'assicurato: persona fisica o giuridica che egli sia. Questa attenzione di Uea si è concretizzata pubblicamente attraverso alcuni Convegni nazionali, il primo dei quali si è tenuto a Verona nel maggio del 2009. Quattro anni dopo Uea è ancora chiamata a difendere la legalità e la correttezza delle dinamiche del mercato, ingaggiandosi con i cosiddetti comparatori che non solo comparano unicamente prezzi e massimali, ma affermano pubblicamente che le polizze Rc auto sono tutte uguali! Quindi sfruttando il fatto che i consumatori sono stati tenuti nell'ignoranza dai vari attori del mercato sia attraverso una assoluta carenza del sistema scolastico, sia attraverso l'ignavia del sistema assicurativo che si sublima nel linguaggio incomprensibile con il quale vengono scritti i contratti assicurativi, i comparatori non parlano di garanzie, esclusioni, rivalse (nel dettaglio e non solo nel titolo) e altre fattispecie che possono lasciare, come in effetti lasciano, scoperte importanti aree di rischio. Queste aree di rischio sono in realtà garantite dal patrimonio personale dell'ignaro assicurato, con conseguenze potenzialmente disastrose in termini di sostenibilità. Come sempre nella vita, nell'ignoranza non ci può essere libertà".
Francesco Barbieri, direttore di Attualità Uea. "Qual'è la natura giuridica dei comparatori e come si inquadrano nelle stringenti norme sugli attori del settore assicurativo? Qual'è la valenza civilistica della loro prestazione ed a chi è opponibile la condotta praticata, allorquando pone in essere una fattispecie illecita? Quali tutele può vantare nei loro confronti il consumatore? In cosa consiste esattamente l'oggetto sociale della loro attività e, conseguentemente, quali sono le voci che compongono l'attivo dei loro bilanci? In quale regime fiscale è collocata la loro posizione ed in quale tipologia di contratto di lavoro sono inquadrati i collaboratori/dipendenti? Ed infine, chi controlla, verifica, assevera il loro operato, insomma chi compara i comparatori? Queste domande, insieme, ad altre osservazioni e richieste di chiarimento le posi a maggio nell'editoriale di Attualità Uea - seguente ad un convegno organizzato da Uea a Napoli su questo tema - che ha posto le basi di quella che sarebbe diventata, di lì a poco, la Campagna Uea contro la disintermediazione del servizio assicurativo. Una battaglia che, ne sono convinto, è solo all'inizio perché se è vero che Ivass sembra aver recepito le istanze da noi portate avanti, in un silenzio pressoché generale, la strada da percorrere nella direzione della legalità e dell'ottenimento di norme eque, uguali per tutti gli attori del mercato, appare ancora molto lunga. E molto seducenti appaiono i richiami di questi soggetti che continuano a profondersi in ingenti investimenti pubblicitari per promuovere il concetto che la miglior polizza per il consumatore sia quella con il costo più basso e che il caro tariffe sia imputabile ai costi di intermediazione. Molto innervositi dall'incalzare della nostra battaglia si sono mostrati alcuni rappresentanti di tali comparatori anche ad un recente convegno, segno che forse abbiamo punto sul vivo. Infine, anche tra noi intermediari - passatemi il divertissement un po' cinematografico - c'è chi subisce, magari inconsapevolmente o peggio per far piacere a Qualcuno, il fascino del bandito, lo charme del cattivo che ammalia perché in fondo fa leva sulle nostre debolezze".