Terremoto in Emilia o a L'Aquila, o precedentemente a... - di Francesco Barbieri

Ho avvertito l'impellente esigenza di ripubblicare il pezzo che ho redatto due anni fa, quando Uea celebrò a L'Aquila la sua Assemblea annuale. Ovviamente, Uea scelse L'Aquila per testimoniare la sua totale solidarietà alle popolazioni straziate da quel terribile sisma, nonché ai colleghi agenti di assicurazioni, ai loro collaboratori e dipendenti ed a tutto il settore assicurativo abruzzese.

Ma non solo per questo Uea andò a L'Aquila. E' li che volle tenere un importante, qualificato e partecipato convegno in tema di prevenzione e coperture assicurative contro i sinistri da catastrofi naturali, con ottica comparata rispetto ad altri paesi più evoluti nel campo, quale la Francia.
Ebbene, il mio articolo di allora può ben essere riproposto oggi, pari pari, sostituendo, nel titolo, "L'Aquila con Emilia".
Ciò potrebbe apparire un paradosso giornalistico, invece è la rappresentazione della normale consuetudine imperante nel nostro Sistema Paese, ovvero, il suo modo di porsi, anche istituzionalmente, di fronte alle catastrofi naturali, che periodicamente mietono numerose vittime e producono ingenti danni.
In particolare, emerge ancora una volta la asimmetria tra le parole di rammarico e cordoglio delle Istituzioni tutte, nessuna esclusa, e l'immediata adozione di buone pratiche volte concretamente a realizzare politiche di prevenzione e tutele assicurative.
Lasciandovi alla analisi del pezzo sottoriportato, mi augurerei soltanto di non doverlo mai più ripubblicare.


Le proposte UEA al convegno di L'Aquila sui danni catastrofali

Premesso che, nell'affrontare le tematiche inerenti gli eventi catastrofali, emerge impetuosa la ineluttabilità della adozione del " valore guida " della prevenzione. Valore guida, quindi, non mera metodologia o puro tecnicismo. Bensì valore guida diffuso, orizzontale, pervasivo e pregnante, ovvero, il presupposto culturale indispensabile per approcciare significativamente le suddette tematiche. Pertanto, se non si assume come dato di partennza tale paradigma, risulta inutile declinare, a vario titolo, volontà di affrontare e risolvere le problematiche derivanti dagli eventi catastrofali. Ed allora, per ribadire ancora tale assunto, s'impone un ricorso diffuso a politiche di sicurezza attiva sul territorio, a partire dall'adozione di strumenti di pianificazione territoriale realmente coerenti con l'orografia e l'assetto idrogeologico delle aree interessate, nondimeno condivisi con il tessuto socio economico ed in armonia con la vocazione ambientale dei luoghi.

Ciò posto, a me tocca il compito di sviluppare le "Proposte Uea" per tentare di fornire soluzioni, a partire da oggi, alla fase di ricostruzione post eventi catastrofali.

In particolare, per dare a questi ultimi una chiara e netta identificazione fenomenologica, nonché per rendere concretamente praticabili le proposte in via di formulazione, in assonanza con i mercati europei della riassicurazione, occorre circoscrivere al terremoto ed all'alluvione gli eventi oggetto delle proposte.

La prima e' incentrata sul settore delle opere pubbliche, quali infrastrutture di ogni tipologia ed edifici con destinazione a pubblico servizio.

Più in specifico, a partire da gennaio 2011, tutti i bandi di gara per appalti pubblici, o d'interesse pubblico, aventi per oggetto la realizzazione di infrastrutture e fabbricati, dovrebbero contenere la previsione espressa della voce "Costo polizza assicurativa a garanzia dei rischi conseguenti a terremoto e alluvione", che, alla stregua della voce " ONERI PER LA SICUREZZA " non sia soggetta a ribasso. La polizza, con durata decennale e premio in unica soluzione, andrebbe a scadere in concomitanza con la coeva polizza di R.C.Postuma sull'opera realizzata, ed a quella data, sara' obbligo ex legem per l'ente pubblico, nel cui demanio ricadrà l'infrastruttura od il fabbricato, far redigere, da perito terzo, apposito verbale di consistenza e di verifica antisismica, sulla base del quale procedere, poi, ad assicurare l'opera per ulteriori dieci anni.

Ovviamente, prevedo già le obiezioni generalizzate e di pura facciata alla proposta, quali: onere aggiuntivo per la P.A. -aumento costi delle opere- ulteriore laccio e/o vincolo a libero mercato.

A tutte, mi basta rispondere con una semplice controdomanda: "E quale sarebbe il costo da sostenere per una ricostruzione nell'eventuale ipotesi di evento catastrofale?".

Ma preferisco argomentare su temi di ben più consistente portata, quali la definitiva presa di coscienza dell'esaurimento delle finanze pubbliche a garanzia di eventi non previsti, o meglio, non inseriti in bilancio. Difatti, le cosiddette poste straordinarie, oramai, servono per la copertura degli oneri derivanti dalle crisi sistemiche finanziarie, anche riferite ad altri stati membri dell'UE.

Nondimeno, bisogna tenere conto del grave peso del debito pubblico, che aleggia, sovrastandola, ogni manovra finanziaria.

Infine, è da tener conto che l'avvento del federalismo demaniale, minerà sensibilmente la coesione sociale ed il solidarismo impositivo, tanto che, se non viene creato un meccanismo legislativo obbligatorio a garanzia del risarcimento dei danni catastrofali, potrebbe diventare molto complicato pretendere imposizioni fiscali o storni di poste attive di bilancio da una regione, per andare a ricostruire opere infrastrutturali o edifici pubblici in un'altra.

Invece, trovo molto più concreto invocare un approccio più pragmatico a temi quali il reale risparmio nei costi degli appalti delle opere pubbliche, grazie alla sburocratizzazione di tutti quei passaggi inutili, surretizi, anzi, dannosi, che comportano un aggravio sconcertante sul prezzo a base d'asta. In tal senso, è utile citare il risultato di un'importante ricerca del think tank Italiadecide, bipartisan e di alto profilo scientifico, realizzato sulla base della comparazione tra i costi di opere infrastrutturali in Italia e nel resto della UE. In sintesi, nel caso dell'alta velocità ferroviaria, i costi italiani sono stati "compresi in un range dai 20,3 ai 96.4 milioni a Km a seconda delle tratte, contro i 10.2 della Francia e i 9.8 della Spagna". Lo stesso dicasi in relazione alle reti autostradali, laddove "un Km di autostrada in Italia ha un costo medio di 32 milioni di euro, con una differenza rispetto alle infrastrutture degli altri paesi simile a quelle riscontrate, sopra, per quelle dell'alta velocità ferroviaria".

Mi pare, sia questo il terreno principale sul quale lavorare per ridurre drasticamente e significativamente i costi ingiustificati ed ingiustificabili degli appalti pubblici, non già quel minimo ed irrilevante surplus derivante dalla "polizza obbligatoria per i danni catastrofali".

La seconda proposta UEA lanciata nel convegno di L'Aquila è afferente la tutela del patrimonio edilizio privato a gestione condominiale.

Anche in questo caso si propone l'obbligatorietà della "Polizza Globale Fabbricati (all-risk incendio e rct) con estensione al terremoto ed alluvione".

In effetti, si tratterebbe soltanto di normale l'attuale situazione di fatto, visto che tutti i condomini, bene o male sono dotati di polizza globale fabbricati, estendendola ai danni da terremoto e da alluvione, ma soprattutto inquadrando l'intera problematica in un contesto normato, tale da garantire certezze non solo ai terzi, quanto ai condomini ed ai proprietari stessi.

Voglio ricordare che la distruzione totale o parziale del "bene casa", nel nostro paese, non rappresenta soltanto un danno patrimoniale per il proprietario od un costo sociale ed umano elevatissimo, bensì anche un impoverimento complessivo del sistema paese, che fonda la sua solidità anche sul risparmio finalizzato al "bene casa", considerato un contraltare solido alle crisi finanziarie, addirittura quale elemento riequilibratore del debito pubblico dello stato e garanzia di solidità per l'intero sistema paese. Mai come in questo periodo, tale fattore è stato evocato dal Governatore Draghi e dal Ministro Tremonti.

E' ovvio che, tutto questo impianto, comporta un necessario salto culturale ed un ripensamento delle strategie assuntive delle compagnie di assicurazione italiane.

Basti pensare all'attuale sistema di valutazione, quotazione e gestione delle coperture rilasciate per i danni catastrofali. E' chiaro che, in virtù dell'obbligatorietà legislativa delle coperture, ripartite sull'intero territorio nazionale, ancorché con quotazioni differenziate per aree sismiche, creerebbe i cosiddetti presupposti tecnico-attuariali per far sì che, tanto la copertura assicurativa, che la sua riassicurazione, possano poggiare su equilibrio tariffario, gestione efficiente e corretta, quanto sollecita, liquidazione del danno.

Del resto, le esperienze in tale campo di paesi a noi simili e vicini, quali la Francia su tutti, dimostrano la praticabilità e la positività di tale percorso.

Ecco perché, proprio da L'Aquila, esempio tangibile di un disastro che ha colpito non solo l'Abruzzo ma un patrimonio dell'umanità, UEA vuole far partire due proposte forti, dirompenti, quanto concrete e di immediata attuazione, come sempre, sol che si voglia, in questo paese, affrontare i problemi per risolverli.



Francesco Barbieri
Direttore Attualità Uea

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