Residenze fittizie. Incidenti inesistenti. Falsi passaggi di proprietà. Su LA REPUBBLICA di ieri la denuncia della corsa alla truffa alle assicurazioni on line. Di seguito il commento del Consigliere Uea Vittorio Brambilla di Civesio
Nella corsa all'innovazione ad ogni costo, spesso ci si dimentica dei "fondamentali", di quei principi cioè che sono alla base di qualunque attività; tutti ingolositi dalla semplificazione e dalla facilità di accesso che lo strumento informatico consente. E così, nel mondo assicurativo ci si è dimenticati di quell'importantissimo principio che attribuisce all'intermediario professionale, tra le altre attività riconosciutegli, quello della selezione del rischio.
Selezione che avviene non solo dall'esame della documentazione necessaria alla stipula del contratto in originale, ma anche dal rapporto che l'intermediario ha con il proprio territorio, dalla conoscenza personale della clientela, dalla fiducia conquistata presso la stessa, da quel rapporto "one to one", necessario per l'acquisto corretto di un servizio: l'assicurazione non è un bene fisico, bensì un servizio che si basa su una promessa regolata da un contratto e, se il contratto non è fatto bene, dopo sono dolori per entrambi i contraenti.
Un attività che si è voluto delegare, nel caso della Rc Auto, ad un call center, spesso affidato in outsourcing, dove la selezione del rischio viene fatta, gioco forza, solo su copie di documenti e senza alcun rapporto diretto e personale con la clientela: 800 cause per truffa? Persino poche, se consideriamo che solo un 10% delle truffe viene segnalato dal servizio antifrode delle compagnie.