Abbiamo letto tutti, quest'estate, la notizia della sanzione a Intesa San Paolo per pratiche commerciali scorrette da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.Intesa si è premurata di sminuire la faccenda a mezzo stampa, ma nelle sue conclusioni l'AGCM rileva due aspetti che aiutano a chiarire la portata del suo intervento. Il primo: i comportamenti sanzionati continuano ad essere posti in essere. Il secondo: la sanzione, nonostante la gravità dei comportamenti riscontrati, pur non potendo essere dissuasiva per un colosso che fattura 16 miliardi di euro annui, ammonta a soli 5 milioni di euro perché è il massimo che oggi la normativa consente; in attesa del recepimento della Direttiva UE 2019/2161 che permetterà di comminare sanzioni fino al 4% del fatturato.
Nella relazione, argomentata ed esaustiva, dell'AGCM un compendio di storture, la summa di quello che non dovrebbe fare un'Impresa assicurativa:
- prodotti non chiari (alla faccia della POG IDD vigente in tutta la UE da "soli" 3 anni e della "centralità del cliente" richiamata nel Codice etico di ISP RBM)
- polizze interpretate a sfavore dell'Assicurato Beneficiario (alla faccia dell'art. 1.370 del Codice Civile in vigore da quasi 80 anni) ad es. opponendo finalità estetiche ad un paziente con familiarità al melanoma
- procedure tese a far desistere l'Assicurato dal richiedere le prestazioni dovute ad es. ritardi e lungaggini nella richiesta di documentazione integrativa, mancati riscontri e fantomatici rinvii ad imprecisati "Uffici competenti".
- incompetenza diffusa ad es. operatori "specializzati" che "non conoscevano le garanzie di polizza", liquidatori che respingevano i sinistri con argomentazioni scorrette, soggettive e variabili (a quando le 30 ore di formazione obbligatoria anche per i Liquidatori?).
- inefficienza del servizio post vendita difficilmente reperibile e funzionale al circolo vizioso di richieste reiterate/ingiustificate e di procedure defatiganti/inefficienti arrivando ad assillare l'iscritto con il solo obiettivo di indurlo a rinunciare al rimborso.
- ritiro di autorizzazioni alle cure già date, senza nessuna ragione comprensibile, arrivando a mettere a rischio la salute degli Assicurati.
Il mercato assicurativo si basa su un postulato di fiducia, su un patto che gli Assicurati stipulano con le Compagnie e con noi Intermediari. Pratiche commerciali scorrette, come quelle rilevate e sanzionate dall'Authority, sistematicamente messe in campo e protratte nel tempo, arrecano un grave danno non solo ai consumatori, ma anche ai tantissimi operatori "sani" che svolgono quotidianamente la loro attività, con professionalità e abnegazione, formandosi costantemente e costantemente investendo nell'efficientamento di processi sempre più complessi e articolati.
Per questo ci si chiede, posta la sanzione comminata:
- verranno risarciti gli Assicurati?
- verranno restituiti i premi agli Assicurati?
- vi sarà la sospensione alla prosecuzione delle attività di Intesa RBM?
- vi saranno sanzioni anche per le figure apicali della Compagnia che la normativa quantifica fino a 1.500.000 di euro a persona? Subiranno l'interdizione temporanea fino a 3 anni?
Per completare il quadro, è utile confrontare anche i dati Ivass relativi ai reclami 2020. Nel ramo Danni non auto, troviamo che per ogni milione di premi raccolti si registrano mediamente 1.78 reclami, mentre Intesa San Paolo RBM ne ha avuti 5.93. Un dato che la stessa Ivass stigmatizza come uno dei dati peggiori tra le Imprese del mercato. Nel ramo Rc auto, a fronte di un dato medio di mercato del 3.24, Intesa Assicura si attesta al 6.97.
E allargando ulteriormente lo sguardo sulla Bancassurance cosa vediamo?
Sono anni che da più parti - dalla politica al Legislatore, alle Autority - si "tuona" contro la pratica bancaria delle polizze abbinate ai finanziamenti, che non fornisce al cliente le due informative separate sul finanziamento e sulla polizza, come richiesto dalla legge per rendere consapevole il Cliente che può accedere al finanziamento senza stipulare una polizza che ha spesso costi elevati e garanzie carenti. Ancora lo scorso anno l'Antitrust era dovuta intervenire contro questi comportamenti con sanzioni per circa 20 milioni di euro, di cui 4.8 proprio a Intesa San Paolo. Comportamenti che creavano un pregiudizio al consumatore, solo per ISP, di almeno euro 250-300 milioni annui generando ricavi sempre annui per il Gruppo Intesa di euro 50-100 milioni.
Nei Viaggi Studio UEA, abbiamo appreso che in Inghilterra e in Polonia hanno risposto al perpetuarsi di questo sistema vietando alle Banche di vendere polizze abbinate ai finanziamenti… saremo i prossimi? E magari riusciremo a non limitare il divieto alle sole PPI?
Nel frattempo sta a noi, Intermediari professionisti, continuare a informarci e informare i nostri Clienti… Come ci ha insegnato UEA, in nome della legalità e della difesa del consumatore.
Cosa dice la relazione dell'AGCM? Leggi qui https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2021/7/PS11828_scorretta_sanzione