Perché i canali alternativi non hanno soppiantato la distribuzione assicurativa tradizionale
Un incessante Carosello, virtuale e televisivo, ci ha mostrato per anni una bancarella colorata e luccicante in mezzo ad un grigio e spento mercato assicurativo. Un'oasi felice dove succedevano cose incredibili e mirabolanti: cani parlanti, giocattoli semoventi, formule magiche e addirittura coperture Rc auto scontate fino a 500 o 800 euro! E, meraviglia delle meraviglie, questo risparmio era applicato sulle “migliori” polizze, delle “migliori” compagnie!! Ovviamente con la massima soddisfazione dei clienti che dichiaravano livelli altissimi di gradimento.
E il giubilo si estendeva anche a buona parte del mondo delle imprese di assicurazione che sembrava salutare con gioia questi portenti della tecnologia moderna, esaltati anche da illustri dirigenti di compagnie tradizionali che ne decantavano il carattere provvidenziale e rivoluzionario. In questo scenario, non era infrequente imbattersi in veggenti che profetizzavano un mercato auto finalmente concorrenziale, libero dal giogo degli agenti professionisti di assicurazione, come se alla Rc auto fosse stato in un certo senso restituito il suo “giusto prezzo” scevro dal gravame della distribuzione tradizionale. In queste acque finalmente tranquille, si trovano ora dei porti sicuri dove società con scopi filantropici raccolgono, gratuitamente, i dati dei potenziali assicurandi per individuare la miglior soluzione premurandosi addirittura di accompagnarli al banchetto luccicante per acquistare la soluzione più adeguata alle loro peculiari esigenze. A rifinire questo quadretto idilliaco si è aggiunto poi il sapiente tocco di esperti e “guru” di svariate società di consulenza, più o meno conosciute, ansiosi di mettere in guardia le compagnie tradizionali sulle nefaste conseguenze della loro ostile chiusura verso il “nuovo che avanza” (ben supportati da aziende informatiche e altri portatori di interessi).
E gli sprovveduti avventori delle grigie bancarelle del mercato assicurativo tradizionale (fatto di persone/agenti che ci mettono la faccia facendosi garanti del patto stipulato tra Compagnia e Assicurato)? Fuoriusciti in massa dalle agenzie e catapultati in rete? Non esattamente.
Se andiamo a vedere i dati della raccolta premi pubblicati dall'Ivass relativamente ai rami danni, scopriamo che nei primi nove mesi del 2014 la quota di mercato detenuta dai canali diretti ha subito un decremento superiore all'8%. Incredibile! Che scandalo, direte voi! Non può essere! Com'è possibile che questa bancarella scintillante, così smart e user friendly, così conveniente e all'avanguardia, sia contrariamente ad ogni ragione sempre meno frequentata? Vuoi vedere che i cittadini del Bel Paese, oltre che dotati di poca cultura assicurativa, sono anche stupidi? Dev'essere senz'altro così. Proviamo allora a guardare oltre confine, agli evoluti cugini francesi, di certo loro saranno perfettamente in grado di sfruttare tutte le potenzialità di questi strumenti. Ma attenzione, qui il mistero si infittisce ulteriormente, le luminose bancarelle di cui sopra, sono addirittura meno frequentate in Francia che in Italia!
Per capire i motivi di questa commedia dell'assurdo, abbiamo mandato un nostro “inviato” in missione esplorativa ed abbiamo svelato l'arcano che tiene lontano gli assicurati da queste sfavillanti evoluzioni. È una puzza fortissima, un fetore fatto di disinteresse rispetto alle reali esigenze dell'assicurato, di superficialità e noncuranza rispetto al fatto di renderlo cosciente di ciò che sta acquistando, della totale assenza di supporto nel momento del bisogno e della palese – dolosa vorremmo dire – banalizzazione di un prodotto-servizio assicurativo complesso e di straordinaria rilevanza sociale.
L'italiano medio avrà anche una scarsa cultura assicurativa, ma pare proprio che il buon senso e "l'olfatto" non gli difettino ancora.
Carlo Colombo
Consigliere Uea