I consumatori preferiscono gli Agenti. E meno male!

La vita è sorprendente, Uea lo rileva e lo afferma in modo continuativo da oltre quarant'anni, ma i vari operatori del mercato, ciclicamente, se ne dimenticano!!
Particolarmente interessante è la recente ricerca Assinext fatta su 5000 utenti italiani di internet (quindi non sull'italiano medio) possessori di una polizza assicurativa che evidenzia il ritorno della preferenza per i consigli dati dagli Agenti in carne ed ossa. Quindi dopo anni di investimenti pubblicitari elevatissimi fatti dalle Compagnie, per conseguire una quota di mercato contenutissima, il risultato è che “il nuovo che avanza” ha permesso agli internauti di apprezzare ancora di più l'opera dell'intermediario professionale, presente in tutte le fasi del rapporto, dalla stipula del contratto alla liquidazione del danno.
Lo studio evidenzia come l'Agente riesca a personalizzare meglio la polizza coniugando, ad un costo contenuto, l'adeguatezza della stessa alle esigenze del cliente.
Nel percepito di quegli internauti che si assicurano con le compagnie dirette queste sarebbero “migliori” a livello di personalizzazione della polizza, assenza di burocrazia e trasparenza. Analizziamo singolarmente questi tre aspetti:

- personalizzazione della polizza: è stato rilevato che gli internauti abituati al “pigia il tasto ed ottieni” non seguono esattamente tutte le fasi della procedura per la piena personalizzazione della polizza esponendosi ai rischi di dichiarazioni inesatte o reticenti ed al pagamento di un premio maggiore;
- assenza di burocrazia e maggiore trasparenza: gli internauti percepiscono come molto “friendly” il fatto di poter “flaggare” su una dichiarazione di presa visione delle condizioni di polizza e del fascicolo informativo - come già sono abituati a fare quando accettano, senza leggere, licenze d'uso di centinaia di pagine per aggiornare i loro software - piuttosto che ascoltare l'intermediario professionista che gli illustra le esclusioni ed i limiti del contratto di polizza.

Ai tanti consulenti che si cimentano a spiegare alle Compagnie come evitare le imminenti catastrofi e cogliere le grandiose opportunità offerte dall'utilizzo dei canali alternativi, consigliamo di andare negli Stati Uniti, come ha fatto Uea nel suo recente Viaggio Studio, per rendersi conto di come le Compagnie telefoniche, per rimanere sul mercato, hanno dovuto appoggiarsi ad una rete di intermediari professionali (pensa tu che innovazione!). Sempre negli Usa potrebbero utilmente apprendere anche che le iniziative di bancassurance sono platealmente fallite.
Per stare in Italia potrebbero invece interrogarsi, ad esempio, sul fatto che Linear Life, vista la penuria di risultati, non venderà più polizze via Internet. Ma se tutti i soldi buttati via finora dalle Compagnie per tentare di sviluppare il business attraverso promotori finanziari e canali alternativi fossero stati investiti sui canali tradizionali e sull'acculturamento dei cittadini in materia assicurativa, quanti maggiori ritorni avremmo oggi?

Il Parlamento europeo - ritenendo da un lato la tutela dell'assicurato centrale per lo sviluppo del mercato e dall'altro le polizze di difficile comprensione per l'utente (anche in America nessuno si è sognato di raccontarci che le polizze sono delle commodity) - ha imposto nuovi obblighi informativi a carico del settore assicurativo.
Grandissimi cultori della materia ci dicono da anni che non è aggiungendo un ulteriore pezzo di carta alle 100 pagine di polizza che si ottiene il consenso informato del cliente, ma che occorre invece l'opera di mediazione e “traduzione” dell'intermediario professionale che, in base al cliente che si trova di fronte, calibra il linguaggio idoneo per portarlo ad una scelta consapevole.
In Italia, i comparatori iscritti al R.U.I. come broker - in spregio del loro obbligo di raccogliere tutte le informazioni necessarie all'individuazione del miglior prodotto per l'assicurando - si limitano ancora oggi ad indicare solamente il prezzo. C'è indubbiamente ancora tanto da fare!
Mi permetto di suggerire all'Ivass - che tra l'altro ha un ufficio dedicato ai canali alternativi - ed all'Antitrust di effettuare un acquisto sui siti dei comparatori, filmandolo e registrandolo, per poi verificare l'adeguatezza del loro operato rispetto agli obblighi di legge.
Ed in ultimo, nuovamente, mi permetto, le prescrizioni che erano state imposte circa un anno fa a questi soggetti, sono state rispettate?   Carlo Colombo
Consigliere Uea

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