Può un settore tanto delicato quale la copertura delle spese sanitarie essere terra di nessuno?
Rivolgendomi ad una platea di assicuratori, immagino lo stupore di fronte ad una simile domanda, e quasi intuisco i sorrisetti di autocompiacimento nel pensare a quanto sia ingenuo e pleonastico un simile quesito. La risposta però è affermativa. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che da qualche tempo impazzano per la penisola, spesso capitanati da illustri broker, orde di promotori mutualistici che – attenzione! – non propongono “volgari” coperture assicurative per il rimborso delle spese sanitarie, bensì il più alto e nobile “concetto di mutualità” che è cosa ben diversa, essendo questi (i rimborsi) erogati sotto forma di “sussidi di mutualità”.
Eppure leggendo il depliant pubblicitario di questi “cosiddetti promotori mutualistici” vi si ritrovano, innegabilmente, il linguaggio e i termini tecnici propri del mondo assicurativo: franchigia, scoperto, massimo risarcimento, massimale. Ad una lettura disattenta si sarebbe certi di leggere le condizioni sommarie di una polizza. E invece no! Trattasi di un autentico pamphlet sul “concetto di mutualità”!
Ma chi vogliono prendere in giro? Dietro questo scudo di carta velina si reclutano venditori, il cui unico obbligo è quello di sottoscrivere – pardon – iscriversi alla Mutua, pagando il premio – aripardon – il contributo mutualistico. Mi pare che questa forma di vendita assicurativa, dove chi vende è obbligato a comperare il prodotto oggetto della vendita, si chiami Multi-Level Marketing, pratica espressamente vietata nel settore assicurativo.
Ma qui si tratta di una Mutua. E' forse per questo che le cose funzionano diversamente?!
In tal caso, una domanda sorge spontanea: Società Reale Mutua di Assicurazione e Itas che sono, come ben noto, due Mutue storiche del mercato italiano, come mai si assoggettano alle regole del settore assicurativo? Non promuovono forse anch'esse il concetto di mutualità? E ancora, il concetto di mutualità non sta alla base del principio assicurativo?
Mesi fa, in sede di audizione di Uea in Ivass, presso la Direzione Servizi al Consumatore, insieme con l'allora presidente Filippo Gariglio, abbiamo avviato un'interlocuzione anche su questa forma di disintermediazione che, come sopra tratteggiato sia pur in estrema sintesi, presenta sicuri profili di illiceità rispetto al Codice delle Assicurazioni ed ai regolamenti Isvap/Ivass relativi all'esercizio della attività d'intermediazione del servizio assicurativo.
Inoltre, sempre in quella sede ufficiale, con il collega Gariglio abbiamo posto l'accento anche sulla non ben definita trasparenza dell'Anagrafe dei Fondi Sanitari e delle Società di Mutuo Soccorso, non comprendendone appieno il quadro normativo di riferimento e la loro compatibilità con le norme di diritto positivo, quali direttive UE, leggi nazionali, Codice Civile e delle Assicurazioni e regolamenti delle Autorità, tanto Ivass che Agcm.
Credo, nel precipuo interesse dei consumatori e del delicato mercato delle coperture sanitarie, sia arrivato il termine ultimo per un intervento dell'Istituto di Vigilanza, proprio al fine di anticipare comportamenti contra legem di soggetti non ben identificati, che pur esercitano sul mercato un'attività abusiva di intermediazione di servizi assicurativi.
In conclusione, tanto per essere chiari, Uea prende le distanze da tutte quelle forme dissimulate di intermediazione assicurativa, quali promotori mutualistici ed affini. Ed in tal senso diffida chiunque che, tanto a titolo singolo che associativo, diffonda notizie in merito ad un presunto gradimento o partenariato di Uea a qualsivoglia forma di distribuzione di servizi assicurativi in materia sanitaria tramite i "cosiddetti promotori mutualistici".
Francesco Barbieri
Vicepresidente Uea