2010 | Proposte di Legge sui danni catastrofali

“Gli eventi catastrofali sono difficilmente prevedibili, ma limitarne le conseguenze e assicurarne i danni è possibile”, questo il titolo del convegno organizzato da UEA in collaborazione con l’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili. Di fronte alla sala gremita nella sede Ance di L’Aquila, Stéphan Penet, direttore assicurazioni catastrofi naturali della Ffsa, la federazione francese delle compagnie assicurative, ha presentato i vantaggi di una partnership pubblica-privata nella gestione delle calamità naturali, che in Francia vede lo Stato nel ruolo di riassicuratore e garante di ultima istanza. “Finora lo Stato ci ha guadagnato, ha detto Penet, anche in  termini economici, migliorando l’efficienza nell’erogazione degli aiuti”.

Quello francese è un sistema sul quale l’Ania, l’Associazione italiana delle imprese assicurative, si è detta disponibile a discutere. “Il problema è che da parte delle istituzioni non vediamo disponibilità, ha detto Roberto Manzato, direttore rami danni non auto dell’Ania. Un eventuale modello misto, tuttavia, lascerebbe aperti alcuni nodi, tra cui la capacità dello Stato italiano a farsi carico dei propri obblighi in tempi accettabili, come riassicuratore”.

Sullo sfondo la situazione della città, ancora lontana da un assetto soddisfacente. “L’emergenza in città non è finita, ha detto Giancarlo Santariga, ingegnere del Genio Civile, anche se per il governo ne siamo già fuori. Un sistema adeguato di prevenzione avrebbe consentito di ridurre drasticamente i danni. La caserma della Guardia di Finanza ad esempio ha retto bene, salvo danni marginali per 8,5 milioni, tra l’altro coperti da polizza. Altri 50 milioni sono stati spesi per ospitare il G8. Finora i lavori sono stati effettuati per il 95% da imprese aquilane, ma i bandi di gara per la ricostruzione sono partiti ora e sono già arrivate decine di contestazioni”. Corrado Marsili, della Soprintendenza per i Beni Culturali, ha riferito un censimento di circa 1800 beni a rilevanza artistica e culturale, di cui 1045 chiese. Tra questi c’è la stessa Università de L’Aquila, sui cui si basa gran parte della vita cittadina. “Avevamo 27.500 iscritti e ora sono 22.000, ha spiegato il Prorettore Dante Galeota: la diminuzione tutto sommato è stata contenuta e questo ha consentito al capoluogo di continuare a vivere. Con la Protezione Civile abbiamo avviato un progetto di micro-zonizzazione per la mappatura del territorio, con l’obiettivo di arrivare a parametri certi di valutazione per capire le zone più vulnerabili e rischiose”.

Un pool assicurativo, con contributi proporzionali alle quote di mercato delle singole compagnie, avrebbe ulteriormente ridotto l’impatto economico dei danni, ha spiegato il rappresentante della Regione Abruzzo Claudio Di Giampietro.  “La Regione Abruzzo era assicurata per 7 milioni, che sono stati erogati in 40 giorni. Ma nel complesso, su 3 miliardi di euro di danni, solo 300 milioni erano coperti da assicurazione, appannaggio soprattutto di alcune grandi imprese”.

Uea ha ribadito la sua intenzione di rilanciare il dibattito nel Paese, come ha spiegato Franco Barbieri, Consigliere Uea: “occorre una pianificazione socio-territoriale coerente con l’orografia e condivisa con la popolazione, non senza rigidi controlli contabili. Al tempo stesso parte della ricostruzione dovrebbe essere affida ad imprese del territorio, con quota vincolata, anche come forma risarcitoria. Sul fronte legislativo, tutti i nuovi appalti per l’esecuzione di opere pubbliche potrebbero contemplare una polizza obbligatoria decennale per eventi catastrofali”.

“Questo convegno assume anche la valenza di un grido di dolore, ha concluso il presidente Elio Pugliese, nel quale includiamo la mancanza a questo tavolo del Governo e della Protezione Civile. Non volevamo mettere in difficoltà nessuno, ma solo porre delle domande. Ci chiediamo perché i 3,9 miliardi di euro stanziati siano ancora fermi, per mancanza di disponibilità di cassa. Molte imprese locali non sono state ancora pagate, pur essendosi esposte con le banche. Ancora, ci chiediamo perché i bandi di gara siano partiti dopo un anno dal sisma. Come già annunciato, vogliamo lanciare in questa città un osservatorio nazionale nel campo della prevenzione e della tutela sui grandi rischi, da porre in sede accademica, nel quale avviare un confronto tra esperti nazionali ed internazionali, imprese, cittadini ed assicuratori”.


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