Il 24 e 25 maggio, a Milano, si è svolto il quarantesimo Congresso Nazionale dell'Unione Europea Assicuratori. Al mattino di venerdì il convegno "Trasparenza, valenza sociale e valori etici: il contributo degli intermediari assicurativi alla crescita del paese"; e al pomeriggio la tavola rotonda "Eventi catastrofali e soluzioni assicurative per salvaguardare il sistema paese, le persone e le imprese". Il giorno successivo, l'assemblea dei soci ha offerto una proficua occasione di confronto tra i rappresentanti del mondo sindacale e diversi esponenti del mondo assicurativo rispetto alle principali dinamiche che riguardano la realtà dell'intermediazione agenziale
Due giornate intense, animate da relatori di primo piano e dedicate a tematiche cruciali per il futuro del settore assicurativo e non solo. Infatti si è discusso del valore etico delle assicurazioni, della loro insostituibile funzione sociale laddove non si perda, ma anzi si valorizzi, il fondamento mutualistico che distingue il "servizio assicurativo" dalla galassia dei "prodotti finanziari", "l'assicurato" dal novero dei "clienti". A questo concetto, brillantemente esposto dal prof. Francesco Varanini - direttore del Comitato scientifico di Assoetica - ha fatto eco la disamina di Pierpaolo Marano - professore dell'Università Cattolica di Milano - relativa ai codici etici adottati dalle compagnie italiane su disposizione dell'Isvap (regolamento 20 del 2008), da un lato evidenziandone la natura esclusivamente formale, e dall'altro palesando una sostanziale indifferenza per il ruolo dell'intermediario. Infine, Roberto Conforti, vicepresidente di Uea, ha ribadito il pensiero dell'Associazione che trova la sua ragion d'essere nell'esigenza di far crescere culturalmente il settore: "Nel nostro mestiere non è possibile disgiungere l'etica dalla competenza, non esiste etica senza conoscenza. Viviamo in un paese, in un mondo, senza etica e spesso senza competenza, eppure sono questi i capisaldi della nostra professione e del patto che stringiamo con gli assicurati".
Nella tavola rotonda del pomeriggio, sul tema degli eventi catastrofali, si sono confrontati diversi soggetti del mondo assicurativo, rappresentanti delle istituzioni, degli intermediari, delle imprese e delle società di disaster recovery, al fine di ribadire l'esigenza di una radicale riforma dell'attuale sistema basato unicamente sull'intervento "ex post" dello Stato. Roberto Giarola, responsabile del Servizio Volontariato del Dipartimento della Protezione Civile, ha invitato da un lato a sgombrare il campo da falsi miti come l'insufficiente conoscenza del territorio italiano e dei rischi a cui è soggetto, dall'altro a considerare come non più procrastinabile l'inserimento del player assicurativo a fianco dello Stato. Su questo punto, l'onorevole Gianluca Benamati - componente della X Commissione "Attività produttive, Commercio e Turismo" e della VIII Commissione "Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici" - ha ricordato come sia necessario un cambiamento di mentalità da parte della gente per scongiurare il rischio che, soprattutto in un periodo di crisi, il contributo assicurativo sia vissuto come un'ulteriore "tassa". Romina Ronchi - responsabile Rami Property di Ania - ha portato il punto di vista delle compagnie, sottolineando come il comparto sia particolarmente esposto per quanto riguarda le imprese (350 miliardi di euro) e molto meno per le abitazioni private (60 miliardi) e ricordando come, senza una sufficiente massa critica, non sia possibile contenere i prezzi delle coperture. Paolo Ghirri, direttore commerciale di Munich Re Milano, ha proposto un'analisi dei quattro principali modelli attualmente sperimentati: quello ex post all'italiana; quello esclusivamente volontario e privatistico inglese; quello semi-obbligatorio spagnolo e quello misto francese e belga sottolineando come il comparto assicurativo e riassicurativo abbia le competenze e la struttura più adatta per gestire al meglio gli aspetti peritali e distributivi. Stefano Sala, amministratore delegato PER Spa, ha chiarito attraverso esempi concreti come il costo dei danni possa essere notevolmente ridotto con un intervento tempestivo e altamente professionale di disaster recovery. Infine, il consigliere Uea, Vittorio Brambilla di Civesio, ha esposto una panoramica degli interventi legislativi che dal 1993 hanno cercato di regolamentare la materia e un confronto puntuale con i sistemi adottati dai principali paesi europei, per ribadire la necessità che anche in Italia si proceda verso un sistema semi-obbligatorio volto ad eliminare le storture che hanno caratterizzato la gestione delle catastrofi e a garantire una sostenibilità economica tanto per i cittadini e le imprese quanto per le compagnie assicurative.
Sabato mattina si è svolta invece l'annuale assemblea dei soci Uea. Prima della Relazione del presidente di Uea, Filippo Gariglio, sono intervenuti: Vittorio Zenith, recentemente cooptato nell'Esecutivo Nazionale dello Sna; il presidente di Unapass, Massimo Congiu; il presidente di Anapa, Vincenzo Cirasola; il presidente della Commissione Agenti Bipar, Jean François Mossino; il presidente Onorario di Uea, Elio Pugliese; in rappresentanza della Fondazione Galbusera, Mauro Galbusera; Alessandra Cancellieri per il Comitato del Premio "Fernando Cancellieri"; Enea Dallaglio e Massimo Michaud per il Comitato Iridia e Giuseppe Allia per Aec Underwriting. A concludere la mattinata, l'intervento del responsabile commerciale di Das Difesa Legale, Andrea Massoco.