Allora Uea aveva ragione sui "sedicenti comparatori"

In premessa. UEA, con ferma determinazione, ha attivato la "Campagna contro la disintermediazione assicurativa" circa due anni fa. Lo ha fatto con un impegno straordinario di risorse intellettuali, non disponendo di quelle finanziarie, che ha generato tra le sue donne ed i suoi uomini un entusiasmo travolgente, ognuno ha fatto quello che poteva. Quindi, uno sforzo condiviso, anzi, identitario. Questo, ha prodotto due effetti fondamentali. Il primo, scatenando una mobilitazione tra i soci assolutamente non immaginabile. Il secondo, materializzando una pellicola impermeabile sui soci stessi, che ha permesso loro di farsi scivolare addosso i maldestri, quanto volgari, tentativi di alcuni manager del settore o di certa stampa interessata, o di qualche rinnegato, che miravano ad ostacolare la Campagna Uea contro la disintermediazione. Come dire, gli "sporcaccioni" ci sono sempre. Però la travolgente carica di Uea, assetata di legalità, ha contagiato buona parte del comparto della intermediazione professionale, a partire da tanti presidenti di Gruppi Agenti e dirigenti sindacali, nonché illuminati manager di importanti compagnie; attenzionato autorevoli testate del settore economico e quotidiani on line; e prestigiose firme del giornalismo indipendente. Nondimeno, il fervore della campagna ha intrigato tanti apprezzati esponenti del mondo accademico e giuridico, insomma, tutti quelli che hanno approcciato la problematica con onestà intellettuale, basandosi su un minimo di substrato scientifico ed avendo a cuore la reale tutela del consumatore.   In fatto. Uea, con i suoi modesti mezzi finanziari, ma forte della sua ricchezza intellettuale, in questi due anni ha organizzato ben sei convegni di rilevanza nazionale, coinvolgendo illustri cattedratici, i vertici operativi delle Authority del settore, il Ministero dello Sviluppo Economico, alcune Camere di Commercio, l'Ania, l'associazione Konsumer Italia, la stampa tecnica e gli intermediari professionali. Pertanto, un confronto ampio, serrato e ad alto tasso tecnico-scientifico. Scaturendo da ciò, analisi puntuali, riflessioni approfondite e determinazioni chiare sulla prosecuzione della Campagna stessa. Difatti, abbiamo incalzato continuamente ed incessantemente Ivass sul tema della disintermediazione, senza darle la possibilità, in una prima fase, di derubricare il tema a "materia di attenzione pro futuro", ed in una fase successiva a chiudere rapidamente un'affrettata, in quanto "spintanea", attività di indagine di mercato, con conclusioni puramente declaratorie, senza provvedimenti sanzionatori o dispositivi a carico dei "sedicenti comparatori". E qui vanno ricordati gli inoppugnabili effetti dottrinali prodotti dai convegni Uea di Roma, in marzo, e di Rimini, in giugno, grazie ai quali, le direzioni di Ivass e Agcm, peraltro sempre presenti, attente e sensibili, hanno percepito la forza convincente delle motivazioni addotte dai relatori Uea in merito all'attività abusiva od elusiva delle norme vigenti da parte dei "sedicenti comparatori". Parimenti, le Authority in questione hanno potuto riscontrare la validità fattuale ed ancor più la sostenibilità giuridica delle tesi Uea, sulla scorta delle dotte dissertazioni di illustri giuristi quali i professori Giulio Ponzanelli e Pierpaolo Marano, i quali hanno approfondito con lucidità e chiarezza i temi della trasparenza e della tutela concreta del consumatore, il primo; le cattive pratiche commerciali ed i contenuti della pubblicità ingannevole, il secondo. Ovvero, le condotte che contraddistinguono il modus operandi di tali "sedicenti comparatori".   In conclusione. Ivass, la scorsa settimana, magari ancora una volta incalzata nei tempi da un mio ennesimo editoriale, ha concluso la sua indagine formale sul fenomeno dei siti web di preventivazione-comparazione-aggregazione di prodotti assicurativi, con l'irrogazione agli stessi di un provvedimento sanzionatorio delle loro attività illegittime e scarsamente trasparenti, sottoponendoli all'obbligo di adozione di ben nove modifiche delle loro condotte, relative alle offerte rivolte al mercato. A tutto ciò l'Istituto è pervenuto avendo riscontrato quattro ambiti dell'attività dei "sedicenti comparatori", che a loro volta inglobano una serie di profili di criticità per i consumatori. Se vi pare poco. Allora Uea aveva ragione!! Se lo dice anche il Regulator!! Adesso cosa dovremmo urlare agli "sporcaccioni" di cui sopra!! In particolare, a quei manager che hanno stipulato accordi border line con "sedicenti comparatori", magari in danno, d'immagine e di mercato, ai loro agenti professionisti, qualificati e fidelizzati, cosa dovremmo urlare?!? Ed a quella pubblicistica che ha addirittura inneggiato ai "sedicenti comparatori " come alla soluzione salvifica per "il problema sociale del caro polizze", arrivando poi a spararla tanto grossa da definire questi stessi siti censurati dall'Ivass, come la "vera tutela del consumatore"!! Complimenti. Uea a costoro, invece, ha già risposto denunciando all'Antitrust alcuni di questi soggetti per l'adozione di cattive e scorrette pratiche commerciali, pubblicità ingannevole, accordi commerciali simulati con le compagnie, mancanza di trasparenza nella relazione con il consumatore. Se ancora una volta vi pare poco. E per la serie “Uea agere non loqui” non ci è bastato ispirare ed incalzare l'Ivass, adesso vogliamo anche la sanzione risarcitoria dall'Agcm che, finalmente, sulla base dei dettami della Direttiva UE 2011/83, recepita con D. lgs 22/2014, potrà disporre degli strumenti legislativi atti a sanzionare le cattive pratiche di tali siti web, i quali, anche secondo l'Ivass, hanno causato fin qui un grave danno ai consumatori ed al mercato. Allora Uea aveva ragione a definire “sedicenti” questi comparatori in quanto abusivi od elusivi alcuni, scorretti od ingannevoli altri.

 

Francesco Barbieri Direttore Attualità Uea

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